Trattoria Al Vagon. Storia, tradizione
e ottima cucina veneziana.
E la Trattoria Al Vagon, con pieno merito, finalmente diventa Locale Storico, riconoscimento che premia oltre settant'anni di ottima cucina veneziana, e veneta, e oltre quattro secoli di storia, perché la Trattoria Al Vagon è la continuazione di quello che durante la Serenissima era un “magazen da vin” ed esistono, visibili ancora oggi, all'interno del locale le testimonianze di questo passato con due colonne coperte dai graffiti di quelli che furono gli avventori dei secoli passati.
Dell'antico Magazin di epoca repubblicana, parlo della Repubblica di Venezia ovviamente, rimane anche il toponimo “Sotoportego del Magazen” che Giuseppe Tassini ci ricorda per un fatto di sangue avvenuto nel 1717 “Nella locanda del Leon Bianco ai SS. Apostoli due uffiziali del reggimento Schulemburg, l'uno colonnello, e l'altro capitano, si sfidarono a duello il 3 gennaio 1717 M. V. e caddero mortalmente feriti nel punto medesimo. Il primo finì di vivere al pontile del traghetto, ed il secondo sotto il portico che va al «Ponte dei Ss. Apostoli” .
Lo stesso Giacomo Casanova ci fa sapere che nel 1745 di magazen ne esisteva uno in ogni parrocchia veneziana.
I “magazeni”, o “magazini”, avevano, oltre alla funzione di locali pubblici, anche una funzione sociale ed erano i surrogati dei banchi di pegno, è Giuseppe Boerio, scrittore ottocentesco, a definire il magazen “Bottega dove si vende vino al minuto, e dove ai tempi veneti si ricevevano effetti in pegno, pei quali ritraevansi due terzi in danaro, ed un terzo in vino pessimo, detto appunto Vin da pegni”.
Sul nome “Al Vagon” non abbiamo nessuna notizia ma una delle ipotesi potrebbe essere che derivi dall'avvento della strada ferrata portata dagli austriaci nel 1846 ed inaugurata nientemeno che dal Maresciallo Radetsky l'11 gennaio di quello stesso anno togliendo a Venezia, almeno fattivamente, lo status di isola.
Il vecchio magazen sopravvive anche alla fine della Serenissima il 12 maggio 1797, alla dominazione prima francese e poi austriaca, fino all'annessione di Venezia e del Veneto al Regno d'Italia nel 1866 arrivando fino agli anni '50 del novecento.
L'era moderna per il Vagon inizia proprio nel 1951 con Angelo Grinzato che da Campolongo Maggiore, paese dell'entroterra veneziano, arriva in una Venezia che in quegli anni conta ancora circa 185.000 abitanti, una Venezia viva, frequentata da un turismo che riesce ancora a portare valore aggiunto, un turismo elegante che riempie i caffè di piazza, così lontano da quello cafone dei tempi odierni.
L'antico “magazen” dei Santi Apostoli quando arriva Angelo ha ancora la pavimentazione in terra battuta e una grande stube (stufa ndr), probabilmente retaggio della dominazione austriaca, dove durante le giornate invernali le donne si ritrovavano a lavorare a ferri e gli uomini a fare la classica “partìa a carte” commentando gli avvenimenti di una Venezia ancora splendidamente veneziana.
Sempre grazie ad Angelo Grinzato in quegli anni il vecchio magazen inizia la sua conversione in trattoria e con lui ci sono le tre figlie Celsa, Olinda e Barbara ad aiutarlo, alla trattoria presto si affianca anche l'albergo e l'oculata gestione familiare decreta il successo di entrambe le attività.
Celsa nel frattempo incontra Luigi Benetazzo che avendo lavorato all'Hotel Gritti e al Graspo de Ua, durante la gestione di Nane Mora, conosce bene il lavoro e tra le molte persone servite nella sua carriera vanta anche la Regina Madre d'Inghilterra.
Luigi e Celsa convolano a giuste nozze e da lì parte l'ulteriore evoluzione della Trattoria Al Vagon, quella che la porterà ai giorni nostri con Celsa ancora salda sul ponte di comando nella sua cucina, Giovanna e Simone, due dei figli, a mandare avanti la sala e tutta l'azienda coadiuvati dalle brigate di sala e cucina.
Il menu rincuora chi cerca, in una Venezia soffocata dai take away e dai fast food, quella cucina veneziana che è il perfetto compromesso tra terra e laguna, Al Vagon la proposta e la preparazione sono rigorose, secondo i dettami della tradizione insulare e quindi un mantecato da leccarsi i baffi, le sarde in saòr, i gransipori, le granseole ma anche i bigòli in salsa, il loro famoso risòtin de pesse (risotto di pesce) o in alternativa il fegato alla veneziana o figà a la venessiana in musicale veneziano, la trippa e tanti altri piatti che celebrano la cucina veneziana e veneta.
La carta dei vini è costruita con intelligenza, senza strafare, con la netta prevalenza per le etichette di Veneto e Friuli Venezia Giulia o, per dirla alla moda degli antichi veneziani, lo Stato da Tera.
Percorso il lungo Sotoportego del Magazen, toponimo che continua a testimoniare la presenza dell'antesignano locale, entrando dalla porta è facile incontrare il sorriso di Giovanna o sentire una battuta di Simone, che più di una volta ho colto a curar garùsoli o gransipori, e mentre si è a tavola una fugace visita di Celsa che viene a sincerarsi che tutto sia andato bene, facendo sentire gli avventori a casa, perché il vero segreto dello stare bene è quello di sentirsi a casa pur essendo lontano e penso che questo sia anche il segreto della Trattoria Al Vagon da oltre settant'anni.
Giovanni Veronese
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